Elezioni presidenziali in Guatemala

C’è uno spiraglio per la speranza

Elezioni presidenziali in Guatemala

C'è uno spiraglio di speranza

Dal 1492, con rare e brevissime eccezioni, il Guatemala è sempre stato strutturato in forma medievale, fondandosi sul lavoro, pagato una miseria, dei “servi della gleba”, le maggioranze povere del paese.

Pochissime famiglie posseggono quasi tutto.

Il 13 settembre del 2017 la stampa indipendente ha coniato l’espressione “Pacto de Corruptos”, per descrivere il patto dei deputati del Congresso della Repubblica che decisero di modificare il Codice Penale per proteggere sé stessi e i loro sodali dalle accuse di corruzione e dal reato di finanziamento elettorale illecito. In questo modo, l’89% di questi reati è rimasto impunito.

Ogni Presidente della Repubblica ha sempre fatto il gioco delle élites.

Fra gli ultimi cinque presidenti, ben due si sono macchiati di reati talmente gravi da finire in carcere. Invece, gli ultimi due presidenti, Jimmy Morales e Alejandro Giammattei hanno avuto l’ardire di mandare via dal paese la Commissione Internazionale contro l’impunità in Guatemala (Cicig), impiantata nel paese dalle Nazioni Unite.

Per le ultime elezioni, che si sono svolte domenica 25 giugno, non sembravano esserci i presupposti per un vero cambiamento: il Tribunale Supremo per le Elezioni, infatti, ha estromesso ben tre candidati che erano chiaramente in rotta di collisione con quel sistema e con il “Patto dei Corrotti” e che avevano un grande seguito sociale.

Sembrava dunque che tutto sarebbe continuato come sempre. Tra i favoriti c’erano due donne: Zury Ríos, figlia del sanguinario dittatore Efraín Rios Montt, morto impunito (nonostante fosse colpevole di genocidio) pochissimi anni fa a 90 anni; e Sandra Torres, moglie di un ex presidente, finita in carcere dieci anni fa per illeciti nei suoi affari. Tutti davano quest’ultima come favorita e la Rios come seconda.

E invece, c’è stata una sorpresa assolutamente imprevista: il candidato Bernardo Arévalo, figlio di Juan José Arévalo Bermejo, considerato uno dei migliori presidenti della storia (1945-1951), è arrivato secondo a ridosso della Torres. Adesso entrambi andranno al ballottaggio che ci sarà il 20 di agosto. “Tio Bernie” – come viene chiamato dai suoi – è nato a Montevideo, dove il padre era esiliato, sessantaquattro anni fa. Prima di entrare in politica è stato un accademico, e ha scritto libri e articoli sociali e politici. È stato segretario consolare in Israele e ambasciatore in Spagna. Attualmente, è deputato e capogruppo del partito “Movimiento Semilla” (“Movimento Seme”) al Congresso dove, con un minuscolo numero di soli cinque parlamentari ha organizzato l’opposizione al partito di governo. Egli vede come positivo ed efficiente il lavoro svolto negli anni passati dalla Commissione internazionale contro l’immunità.

Bernardo Arevalo_movimiento Semilla Guatemala

Essere figlio di un presidente che aveva avviato nel 1945 una vera e propria primavera socio-politica in Guatemala (durata fino al 1953 quando la CIA ha organizzato un colpo di stato, impiantando nel paese un regime militare), ed essere un paladino contro la corruzione, fa di Bernardo Arévalo e i suoi compagni piccole gocce di speranza, che vogliono infiltrarsi dentro il muro della corruzione e disgregarlo.

Auguriamoci che sia così!

Carlo Sansonetti

Presidente Associazione Sulla Strada OdV

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