Credere nella Pasqua
Speranza, disperazione, nuovo futuroCredere nella Pasqua
Speranza, disperazione, nuovo futuroEravamo nel pieno della missione medica, inizi di febbraio, in Guatemala.
Si presenta una mamma con in braccio una bambina piccola piccola, di nemmeno un anno, ma smunta e col viso già contratto da grandi sofferenze.
Subito ci avverte che è stata in tanti ambulatori e cliniche ma dappertutto le avevano detto che non c’era niente da fare, che se la portasse a casa perché morisse là, perché solo un trapianto di fegato avrebbe salvato la sua piccola Adela. E in Guatemala questo tipo di trapianti ancora non si fa.
Noi avevamo già fatto un’esperienza, due anni fa, portando in Italia un bimbo guatemalteco, Alan, che aveva bisogno di un trapianto di fegato e facendolo operare all’Ospedale Bambin Gesù di Roma. Era stato un processo lungo e difficile ma alla fine, dopo quasi un anno, il piccolo Alan era tornato in Guatemala con i due genitori trasfigurati dalla felicità, per aver riavuto la salute piena del loro piccolo figlio. Alan oggi è una forza della natura.
E così, forti di questa esperienza, abbiamo contattato l’Ospedale Bambin Gesù.
Ci hanno dato quasi subito la loro disponibilità, ma avvertendoci anche che bisognava espletare molte pratiche per avere la certezza della diagnosi e la compatibilità di un donatore da una parte e, dall’altra, della disponibilità di un alloggio per i genitori per tutto il tempo necessario per l’operazione della bambina e la sua convalescenza romana.
Inoltre, dovevamo trovare i fondi per il viaggio dei tre, viste le condizioni economiche molto precarie della famiglia. Andrea, chirurgo fondatore nel 2003 della Missione Medica di Sulla Strada, è riuscito a prendere i contatti con Flying Angels, un’associazione onlus ligure, che con una generosità e tempestività esemplari, si sono messi a disposizione per pagare due dei tre biglietti necessari.
Insomma, quel giorno durante la missione medica a Yatintò c’è stato un momento di grande tensione che poi si è trasformata in un’enorme speranza.
Tornati in Italia, Andrea si è impegnato fino allo spasimo per far combaciare tutte le condizioni. Noi, accanto a lui, seguivamo, collaborando in qualche maniera, le diverse tappe con trepidazione, perché le condizioni di Adela erano proprio preoccupanti.
Qualche giorno fa, Andrea ha mandato a tutto il gruppo di medici, infermieri e volontari di supporto, che erano venuti in Guatemala, questo messaggio:
“Cari amici miei, è con grande dolore che sono qui a raccontarvi che la nostra piccola Adelita, prossima a venire in Italia per il trapianto di fegato, è morta ieri per una ematemesi da rottura di varici esofagee. E, paradossalmente, proprio stamattina l’ospedale Bambin Gesù mi aveva dato l’autorizzazione definitiva per farla venire in Italia.
La mamma Veronica, pur in un momento così tragico per lei, mi ha detto di ringraziare tutti i volontari di Sulla Strada che hanno fatto qualcosa per la sua piccola bimba sfortunata, dandole la forza per lottare fino alla fine e vivere quest’ultimo periodo con la speranza di una possibile soluzione.
E anch’io ringrazio voi per l’umanità dimostrata per questo e per tutti gli altri casi incontrati durante la missione. E comunque noi non ci fermiamo. Venerdì ho un appuntamento col chirurgo dei trapianti epatici del Bambin Gesù per elaborare un programma di collaborazione diretta fra Italia e Guatemala su questo tema. E noi di Sulla Strada magari ci inseriremo per aiutare questi bimbi ad arrivare qui. In nome della piccola, sfortunata Adelita.”

In Guatemala ora ci sono ancora Agnese e Alessandro, due volontari sardi che rimarranno in missione fino a giugno. Appena hanno saputo la notizia, sono andati subito, a nome di tutti noi e insieme ai nostri collaboratori guatemaltechi, a trovare la famiglia di Adela. Ecco la testimonianza di Agnese:
“Ciao a tutti, oggi è stata una giornata che ci ha messo a dura prova. Siamo stati a casa della piccola Adela per essere vicini alla famiglia, da parte di tutta l’Associazione. Vogliamo condividere con voi, che avete contribuito con tutte le forze per dare una speranza a Adelita, il pensiero della mamma. Una mamma che anche se distrutta dal dolore, ci ha accolto a braccia aperte e ci ha detto, con occhi gonfi di lacrime ma pieni di amore sincero: GRAZIE al dottor Andrea, a tutti i medici e ai volontari!
Anche se le cose non sono andate come avevamo sperato, abbiamo dato una speranza a questa famiglia e il dolore di questi giorni ci darà ancor di più la spinta e la forza per non fermarci, ma per continuare per tutti i bambini che come Adelita e la sua famiglia hanno bisogno di non essere lasciati soli.“
Angelica poi, una volontaria del supporto che era stata in Guatemala fino ai primi di febbraio, ha chiosato il tutto con questo bellissimo messaggio:
“Voglio aggiungere una mia riflessione: 26 anni fa ho avuto la possibilità di far operare mio figlio, nato con una craniostenosi parziale, appena ha compiuto tre mesi e, nonostante le rassicurazioni del chirurgo sulla banalità dell’intervento, che sarebbe finito “nel modo in cui gli interventi alla testa iniziano”, l’idea di trasfusioni di sangue e di oltre due ore di intervento su un bimbo così piccolo mi terrorizzava.
Ricordo che in quei giorni vagavo sempre con il volto rigato di lacrime e l’unica consolazione era data dalle tranquillizzanti parole del Prof. Di Rocco che mi ha sempre preannunciato ogni singolo passaggio.
Oggi mi sento una privilegiata: mio figlio è nato in Italia, ha avuto la possibilità di una diagnosi precoce e, con la disponibilità economica, anche delle cure migliori.
Un ulteriore motivo per essere accanto a chi questa possibilità non può averla se non con l’aiuto dei più fortunati. Caro Andrea, conta pure su di me.“
L’esperienza di Adela, finita in tragedia, ha fatto irrompere nel sangue di tutti noi un’energia mai sentita, perché è ingiusto che non si diano pari opportunità a tutti i bambini del mondo, a tutti indistintamente. L’energia che riesce a vincere la morte che schiaccia, è “energia di Pasqua”. E, di fronte alle ingiustizie della vita, in tutti noi che siamo uniti da un amore che vuole riscattare la vita dei più piccoli, dei più deboli, irrompe sempre lo spirito di Pasqua. L’esperienza del dolore, iniziata visceralmente, è catapultata nella parte più spirituale di noi e diventa energia di vita nuova e noi siamo vivi.
Sono tempi che richiedono questa energia: buona Pasqua di risurrezione, dunque!
Carlo Sansonetti
Presidente Associazione Sulla Strada OdV