Per ogni chicco di caffè

Articolo di Alberto Riverso, volontario in Servizio Civile

Se torno indietro di alcuni mesi, mai avrei pensato di scrivere queste righe seduto su una “camioneta” che salta tra una strada e l’altra del Centro America.
Il mio incontro in Guatemala con l’Associazione Sulla Strada dipende solo in parte dal mio desiderio di svolgere un’esperienza di volontariato internazionale. A tale ricerca, si unisce, infatti, l’evento fortuito, il caso o se volete il destino. Qualsiasi cosa essa sia, mi piace descriverla come quel concatenamento di eventi che non si possono controllare, che ci travolgono e ci cambiano. In alcuni casi ci fanno soffrire, in altri, invece, ci fanno innamorare sempre di più della vita, perché non smette mai di sorprenderci.
Oramai sono un volontario del Servizio Civile, presente da tre mesi al Cerro La Granadilla e qui collaboro con l’Associazione Sulla Strada.
Non mi so spiegare se tre mesi siano tanti oppure pochi, quello che so è che in questo luogo così lontano e isolato, immerso nei campi di mais, caffè e alberi di banano, il tempo assume una dimensione più naturale e ciclica che mi dà lucidità e maggiore consapevolezza di me stesso e del mondo.
Gli eventi mi si stanno presentando davanti nella loro complessità, fatta di violenza, contraddizioni e disuguaglianze. Ma anche nella loro incredibile semplicità, l’ingrediente segreto per condurre una vita felice.
Un’intesa dettata da uno sguardo di un anziano, un buongiorno di una giovane madre o un sorriso di un bambino mentre gioca scalzo con pneumatici o palloni bucati, queste piccole immagini quotidiane si trasformano ai miei occhi in insegnamenti di vita, che mi ricordano quanto siano preziose le interrelazioni umane, in un’epoca caratterizzata da crescenti tendenze individualistiche.

Qui si campa con poco, ci si arrangia come meglio si può. Non ci sono tutte quelle cose, a volte superflue, altre volte fondamentali, di cui noi, al contrario, abbiamo sempre in eccesso.
Qui nasce l’iniquità mondiale che separa il Primo Mondo dal Terzo. Tale iniquità è banalmente rappresentata da ogni singolo chicco di caffè che i campesinos raccolgono con fatica nei campi che si trovano a due passi dalla mia nuova casetta al Cerro la Granadilla. I sacchi a quintali venduti all’ingrosso sono pagati una miseria, perché essi sono destinati al consumo rapido, facile ed economico, in larga parte occidentale; questo è il dramma dell’America Latina e del Cerro La Granadilla.
La nostra tazzina di caffé bevuta al bancone del bar nasce dalla fatica del contadino che vive in una umile casetta di lamiera, a due passi dalla mia. Solo una minuscola percentuale del prezzo della tazzina serve a coprire le spese della sua manodopera.
Ora posso finalmente mettermi al suo servizio e restituirgli qualche chicco di caffè che precedentemente gli avevo sottratto, nel tentativo di accorciare e azzerare quella distanza artificiale che ci separa.

Grazie all’Associazione Sulla Strada e ai suoi sostenitori, posso partecipare attivamente ai progetti e vedere di persona il contributo che possiamo dare alla comunità in termini di miglioramento delle condizioni di vita e di promozione dei diritti di tutti, adulti e bambini.

Ciò rafforza il mio spirito di condivisione e fratellanza e mi aiuta a ricordare quanto gli ideali e i principi in cui credo, come la giustizia sociale e la dignità umana, non siano concetti astratti, bensì diritti assoluti e universali, conseguibili, quando negati, mediante l’impegno, la perseveranza e la partecipazione di tutti.

Alberto Riverso

Volontario del Servizio Civile Universale di Sulla Strada in Guatemala

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