Elezioni del 25 settembre
Un'opportunità per l'Italia che vogliamoCi stiamo avviando a grandi passi, e sempre più velocemente, verso le elezioni politiche del 25 settembre. È un’opportunità per portare in quelle urne i nostri valori, per scegliere l’Italia che vogliamo.
Un’Italia che investirà molto di più in cultura e scuola per liberarsi dall’ignoranza, che invece oggi galoppa in groppa ai tantissimi trash dei diversi mezzi di comunicazione: l’ignoranza porta sempre con sé la paura e la paura è una pessima consigliera. Sarà un’Italia che pagherà stipendi molto più dignitosi ai maestri e ai professori delle scuole.
Un’Italia libera dalla violenza, perché crediamo che la violenza generi sempre altra violenza. Un’Italia che si ergerà sulla solida base della propria Costituzione e che si opporrà così ad ogni guerra. Un’Italia che avrà sempre il coraggio di dire il suo fermo “no” a tradizionali alleati quando questi vorranno coinvolgerla nei conflitti. Un’Italia che si opporrà a credere al mito che si forma continuamente come aureola intorno alla violenza e alla guerra, perché è un mito che ha inquinato la maggior parte del secolo scorso e tutto l’inizio di questo. Voteremo per un’Italia che investirà molto meno in armamenti e molto più in servizi per tutti. Un’Italia che combatterà senza tregua il maschilismo e il patriarcato, fucina di violenza e colpevoli oggi della carneficina che si verifica in tutto il mondo nei confronti delle donne, sempre nel silenzio connivente dei poteri dominanti.
Un’Italia che si farà tutt’uno con la meravigliosa Natura in cui è immersa e la indicherà come vita della nostra vita. Se continueremo invece a considerarla solo come magazzino di risorse, violentandola giorno per giorno, strapperemo il futuro ai nostri figli e nipoti e non permetteremo loro di gioire per la biodiversità e le bellezze che la diversità comporta: aria pulita, fiumi e mari dove scorre la vita, foreste che compenseranno l’urbanizzazione, animali e vegetali con il diritto, sancito da leggi ad hoc, ad un ambiente integro tutto per loro.
Un’Italia libera dalle chiusure di cuori e di porti e aperta all’accoglienza generosa e all’integrazione multietnica, consapevole delle obiettive difficoltà a risolvere problemi così complessi. Meglio impegnarsi per umanizzare di più l’Italia che rassegnarsi alla disumanizzazione dominante. Ma sarà anche un’Italia maggiormente cosciente della propria dignità e cultura, per cui sarà esigente con chi vuole restarvi per lavorare: come noi ci impegneremo a integrare chi viene da noi, così costoro dovranno impegnarsi a imparare e a conoscere in tempi opportuni la nostra lingua e la nostra cultura. Altrimenti non potrà essere la loro casa ma solo un luogo da visitare e poi andare via.
Un’Italia libera dall’egoismo che impoverisce e pronta alla generosità che rende felice chi dona: sarà un’Italia solidale, che investirà molte più risorse sul Terzo Settore, parte fondamentale della struttura portante della comunità nazionale.
Un’Italia che investirà di più e meglio sulla salute e che saprà dare il giusto valore al proprio Servizio Sanitario Nazionale. Un’Italia che per questo combatterà senza tregua chi si approfitterà di esso senza necessità obiettive.
Un’Italia che promuoverà il lavoro per tutti, sempre retribuito dignitosamente. Un’Italia che tasserà molto più i ricchi e molto meno i poveri. Ma sarà anche un’Italia che porrà un limite alla possibilità di arricchirsi di chicchessia, considerando il bene comune come prioritario e avendo chiaro che “su ogni proprietà privata grava un’ipoteca sociale” (Papa Giovanni Paolo II).

Carlo Sansonetti
Presidente e fondatore di Sulla Strada
info@sullastrada.org