Yatintò 2022
Quante emozioni!Tornati dalla Missione Sanitaria presso il poliambulatorio Yatintò, è tempo di bilanci e racconti.
Tante sono state le emozioni provate, le storie attraversate, gli incontri vecchi e nuovi, le persone conosciute e riconosciute.
Abbiamo cercato di non rimanere mai indifferenti, ma di contribuire a un positivo cambiamento nelle vite di chi, di questo cambiamento, ha estremo bisogno.
Per prima cosa, vogliamo ringraziare i nostri mitici volontari! Eravamo un gruppo piccolino, rispetto al solito, ma questo ha contribuito a porre le basi per una coesione e una collaborazione davvero incredibili. Ciascuno ha dato ciò che poteva, senza risparmiarsi mai, ognuno secondo le proprie attitudini. Ciascuno è stato pronto a mettere da parte le proprie paure, il timore di non essere all’altezza, per mettersi invece al servizio della missione più importante: servire e assistere la popolazione locale.
I momenti di confronto serali, le condivisioni delle esperienze personali di ognuno, sono stati momenti importantissimi per cementare le relazioni e apportare miglioramenti continui al nostro agire.
Le storie che abbiamo incontrato ci sono rimaste nel cuore strappandoci un sorriso o una lacrima, facendoci riflettere sulle nostre tante fortune, donandoci insegnamenti di vita che, forse, ancora dobbiamo capire a pieno.
Perché è esattamente questo che capita quando si parte come volontario: parti con l’idea di dare qualcosa, torni che hai ricevuto così tanto da non poter dire altro che “GRAZIE”!

Nelle due settimane di attività presso il poliambulatorio Yatintò, lavorando dal lunedì al venerdì, abbiamo ricevuto 330 pazienti e sono state effettuate le seguenti visite:
– Ginecologia -> 117 visite
– Medicina generale -> 130 visite
– Cardiologia -> 41 visite
– Chirurgia -> 56 piccoli interventi



Poi ci sono le famiglie del villaggio La Granadilla, i bambini della scuola Abuelita Amelia Pavoni, che ci accolgono nelle loro case fatte di cannucciato, lamiere, fango e teli di plastica.
Accompagnati da Carmen, la responsabile locale del Sostegno a Distanza, abbiamo fatto visita ad alcune tra le più povere famiglie del villaggio che in questo periodo, nella stagione delle piogge, vivono in condizioni davvero precarie. Come la famiglia di Victor, che al posto del tetto ha un telo di plastica bucato e la notte non può dormire perché piove sui materassi dove dorme con i suoi figli.
Per lui e per altre famiglie nelle sue stesse condizioni, abbiamo lanciato un appello di solidarietà in modo da costruire un tetto di lamiera in quelle case che ne sono sprovviste. La risposta che abbiamo ricevuto dai nostri amici è stata commovente e, in pochi giorni, abbiamo raccolto 2.500€!
La casa di Victor è già stata completamente rifatta e i lavori continueranno anche per le case che ne hanno più bisogno!
Che bella storia di amore e solidarietà!
Ma l’emergenza continua: dona anche tu per assicurare un tetto dignitoso alle famiglie che non lo hanno, un riparo dalle piogge torrenziali di questi mesi!

Siamo felici anche di aver incontrato di nuovo i nostri compagni lontani, il validissimo staff di Sulla Strada Guatemala che per oltre due anni ha portato avanti le tante attività nel villaggio La Granadilla. Ritrovarci tutti insieme è stato davvero importante per poter sempre migliorare l’efficienza del nostro lavoro, sì, ma anche per riconoscerci nella passione che ci accomuna, nonostante la distanza.
È un gruppo coeso e compatto, ben strutturato, fatto di professionisti capaci e affezionati, con cui condividiamo il cuore e gli obiettivi dei progetti. Lavorare al loro fianco è stato un momento di grande crescita personale e professionale e non li ringrazieremo mai abbastanza per accoglierci, ogni volta, con grande generosità.
Infine, siamo davvero emozionati perché insieme a noi sono partiti anche 4 giovani volontari che passeranno al villaggio La Granadilla un anno intero, svolgendo il Servizio Civile Universale!
Sono Alberto, Camilla, Gemma e Giuseppe, quattro ragazzi molto diversi ma accomunati dalla stessa voglia di mettersi al servizio dei più emarginati e di una comunità diversa, che li ha già accolti come propri figli.
Li attende un anno di duro lavoro, a beneficio dei progetti di Sulla Strada, della comunità tutta e della loro stessa crescita professionale; li attende un anno di vita intensa a contatto con la natura e con una cultura molto diversa; un anno in cui si troveranno ad affrontare gioie e dolori, difficoltà e grandi soddisfazioni, che condivideranno insieme e che li aiuterà a crescere e diventare le versioni migliori di loro stessi.
Ben arrivati ragazzi, buon lavoro e buona esperienza!
