Una nuova casa di accoglienza a Orte

Dopo Casa Nube, nasce Casa Hope

Far incontrare i bisogni con le possibili soluzioni: questo è l’obiettivo del Progetto Prima gli Ultimi che, dal 2018, portiamo avanti a Orte, in provincia di Viterbo.

Assistenza psicologica, aiuto alimentare, supporto con le pratiche burocratiche e nella ricerca di un lavoro sono alcuni dei servizi che offriamo a oltre 200 persone e famiglie, in maniera totalmente gratuita e grazie al sostegno di tanti partner e amici.

Dopo pochi mesi di attività, però, ci siamo resi conto di un disagio a cui il solo centro diurno non poteva rispondere: tante persone, soprattutto migranti, si trovavano a vivere per strada.

Era il 2018, l’anno dei cosiddetti “decreti sicurezza” in cui il sistema dell’accoglienza e della gestione dei migranti, già problematico e farraginoso, veniva fatto a pezzi da una nuova politica di “porti chiusi” e criminalizzazione della migrazione. Ai migranti è stato tolto il pavimento da sotto i piedi, il tetto da sopra la testa, la coperta che li proteggeva dal freddo e la mano tesa che cercava di rialzarli dopo le infinite cadute.

In pochi mesi si è diffuso un clima di odio insopportabile, a cui non potevamo assistere senza far nulla.

Da qui nasce il progetto – e il nome – Prima gli Ultimi. Da qui nasce anche la prima casa di accoglienza, Casa Nube, per rispondere all’emergenza abitativa che vedevamo intorno a noi. I primi ospiti sono stati Esther e Osaze, giovane coppia nigeriana con un bambino di un anno, Hope, e un’altra bimba in arrivo. Vi abbiamo già raccontato la loro storia a lieto fine perché per noi è fonte di grande gioia sapere di aver rappresentato una tappa nel loro percorso di integrazione e di costruzione di una vita dignitosa, di libertà e diritti.

A loro hanno fatto seguito altre persone, altre storie di indicibili sofferenze ma anche di riscatto e nuova vita.
Le portiamo tutte nel cuore e forgiano l’essenza e l’identità della nostra Associazione.

Casa Hope

Abbiamo preso in gestione una nuova casa e l’abbiamo chiamata Casa Hope!

Hope“, come il figlio di Esther e Osaze, il primo ospite di Casa Nube. “Hope“, come un augurio di speranza per le persone che, nella nuova casa di accoglienza, troveranno riparo. Vivere per strada ti incurva la schiena, ti spezza le forze, ti abbassa lo sguardo. Vogliamo offrire un rifugio a chi ha bisogno di tempo per rimettersi in piedi, per rimboccarsi le maniche, per rialzare lo sguardo verso l’orizzonte e immaginare un nuovo futuro.

Le nostre sono case di accoglienza temporanea perché vogliono essere il luogo di passaggio dalla disperazione alla rinascita, dallo sconforto alla riappropriazione della propria vita, dall’isolamento ad una nuova socialità.

Siamo davvero emozionati per questa nuova avventura, di cui vi racconteremo ancora nei prossimi mesi.
Continuate a seguirci e a sostenerci perché è solo grazie al vostro supporto se queste persone possono trovare rifugio e protezione dai pericoli della vita in strada.

Grazie per credere insieme a noi in questo sogno un po’ pazzo di una società inclusiva e più giusta.

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