Un viaggio sospeso
Oggi, lunedì 12 luglio, avremmo dovuto essere in volo sull’Oceano Atlantico.
Direzione: Guatemala.
Ma purtroppo, all’ultimo momento, abbiamo dovuto annullare tutto, sospendere i biglietti, in attesa di tempi migliori.
Come abbiamo raccontato nelle ultime Newsletter, un piccolo gruppo di noi era in partenza perché tante erano le cose da fare in Guatemala: visite di aggiornamento e monitoraggio dei progetti che, anche senza la nostra presenza, hanno continuato ad andare avanti; riunioni operative con lo staff locale, per organizzare al meglio il lavoro da svolgere, anche a distanza; sopralluoghi e aggiornamenti per iniziare a organizzare la prossima, tanto sognata, missione sanitaria; una serie di appuntamenti istituzionali per far sentire la voce degli ultimi, dei più piccoli dei poveri, che nelle strategie guatemalteche di contrasto al Covid sembrano essere totalmente assenti.
E, invece, partire non è stato possibile: già una settimana fa ci sono arrivate le prime notizie allarmanti della situazione reale del Covid a San Raymundo. Il Governo non ne parla, i numeri a livello nazionale rimangono alquanto contenuti, ma i nostri amici ci raccontavano di famiglie intere chiuse dentro casa, persone che morivano per febbre, paura sempre più tangibile di andare per le strade. E poi hanno iniziato ad arrivare notizie, numeri di contagi sempre più alti nella cittadina accanto al villaggio, che continuava a essere considerata zona rossa.
Non ce la siamo sentita. Ci hanno assalito due paure: la prima riguardava proprio il Covid – il rischio di contagiarci, il rischio di contagiare altre persone, di stare male lontani da casa –, la seconda riguardava il lavoro da svolgere – se non fosse stato possibile portare avanti le attività che ci eravamo programmati, sarebbe stato uno spreco di soldi e tempo, risorse preziose a cui diamo grande importanza.

Abbiamo quindi preferito rimandare il nostro viaggio. Continueremo, come abbiamo sempre fatto, ad aggiornarci sulla situazione reale in Guatemala, manterremo il contatto costante con i nostri collaboratori (che al momento, per precauzione, si trovano chiusi nelle loro case) e porteremo avanti i nostri progetti a distanza, attraverso di loro.