Al fianco del piccolo Alan

Capitolo conclusivo

Finalmente possiamo scrivere il capitolo conclusivo di questa storia di paura, di speranza, di coraggio, solidarietà. Una storia di rinascita, è proprio il caso di dirlo!

Se non avete ancora letto le “puntate precedenti”, vi invito a farlo prima di continuare. Potete trovare la prima parte qui, la seconda qui e la terza qui.
Fatto? Ok, ora possiamo andare avanti.

Ci siamo lasciati, ad aprile scorso, con la notizia che il piccolo Alan era finalmente uscito dall’ospedale e aveva trovato alloggio, insieme alla mamma, in una casa di accoglienza per le famiglie dei bambini in cura presso l’Ospedale Bambino Gesù. Il padre Victor, ricevuto esito negativo dal tampone per il Coronavirus, li ha finalmente raggiunti e la famiglia si è di nuovo riunita!

Sono stati giorni felici, nonostante la chiusura totale imposta per contrastare il contagio e nonostante l’amaro in bocca per non essere potuti ripartire: la preoccupazione crescente, adesso, era per le due figlie rimaste in Guatemala, paese colpito duramente dalla pandemia e in cui la copertura sanitaria ai malati non è assicurata.

Nel frattempo, anche a causa dei tanti stravolgimenti che il Coronavirus ha portato con sé, Alan e i suoi genitori hanno dovuto cambiare altre due case di accoglienza prima di trovare definitivamente asilo presso “Casa Gelsomino”, una struttura parrocchiale convenzionata con l’Ospedale Bambino Gesù.

Qui hanno passato i mesi estivi, da giugno ad agosto, portando Alan a fare i suoi controlli periodici e godendosi un po’ il caldo, dopo tanti mesi freddi.

Il piccolo Alan è cresciuto a vista d’occhio e, con lui, anche la sua energia e vitalità! È stato uno spettacolo vederlo crescere e diventare forte e io mi sento molto onorata di aver assistito a questa rinascita da vicino!

Alan è diventato la mascotte di Sulla Strada e per tutti noi è davvero una gioia saperlo in buona salute! 

Ricevere dai suoi genitori foto e video come quello che trovate qui sopra, girato a giugno scorso (4 mesi dopo l’intervento), in cui finalmente vediamo il piccolo vivere e godersi la sua età, è un’emozione fortissima e ci rende consapevoli delle grandi cose che può fare la solidarietà quando le persone si mettono insieme in favore di chi ha bisogno!

E poi, ad agosto riceviamo finalmente la notizia che sembrava non dovesse arrivare mai: l’intera famiglia può tornare a casa, in Guatemala, dalle due figlie più grandi!

Famiglia Alan_ottobre 2020

Abbiamo saputo, infatti, che l’Ambasciata del Guatemala, in collaborazione con la compagnia aerea Iberia, aveva organizzato un volo speciale per riportare in patria tutti i connazionali che si trovavano in Italia. Siamo riusciti a mettere Maricela e Victor in contatto con la compagnia, ottenendo anche la copertura gratuita del costo dei biglietti, proprio nel momento in cui i medici davano il via libera alla partenza per il piccolo Alan: non poteva andare meglio di così!

E dopo i saluti emozionati, con la promessa di vederci presto in Guatemala e la richiesta, insistente da parte mia, di farci avere spesso loro notizie, un bel giorno d’estate la bella famigliola è ripartita in direzione di casa, verso l’altro pezzo di famiglia rimasto separato per troppo tempo, verso un futuro nuovo da vivere insieme.

Più di 8 mesi sono rimasti a Roma Maricela, Victor e Alan. Ricordo ancora quando li ho incontrati per la prima volta, il 26 dicembre dello scorso anno: erano spavenati, disorientati. Alan era piccolo da far paura, meno della metà di com’era quando è ripartito!

In questi 8 mesi, loro sono stati la mia missione per l’Associazione Sulla Strada. Non sono mai stata sola, naturalmente, ma mi sono sempre sentita responsabile per loro. È stato un compito a volte molto duro, altre volte entusiasmante. Sicuramente mi ha fatto vivere emozioni fortissime.
Mi sono rivista in Maricela, nelle sue preoccupazioni di mamma, nella sua solitudine in ospedale, in quella strana “bolla” che poteva capire solo lei. Ho rivisto mio marito in Victor: lo sguardo dolce che rivolgeva al figlio e alla moglie, la disperazione inesprimibile di doverli lasciare ogni sera, di non poter restare al loro fianco. La preoccupazione di entrambi i genitori per il figlioletto malato ma anche per la sorte e il benessere degli altri figli, quelli che sono rimasti a casa.

Alan parte 4

Abbiamo riscoperto il senso vero di essere “umani”, riscoprendo la piena “umanità” in questa famiglia, nell’Associazione Sulla Strada e in tutte le realtà che hanno collaborato affinché madre, padre e bambino non fossero mai lasciati da soli in questa prova così dura. È nata un’amicizia, una rete di grande collaborazione, una vita nuova.

La storia, per noi, si conclude qui. Per Alan e la sua famiglia, invece, è appena cominciata!

Grazie per aver seguito questo mio racconto, per esservi affezionati a un bambino così speciale e coraggioso, per esservi appassionati alla sua sorte e per averci aiutato a sostenere la sua famiglia. Grazie di cuore!

Sabina Sauve
Volontaria Associazione Sulla Strada

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