Siamo figli della solidarietà
Proprio nei giorni in cui compivamo 20 anni come Associazione Sulla Strada e già avevamo messo in cantiere la preparazione di una giornata di festeggiamenti, un microscopico virus ha bloccato per un po’ le nostre attività, ha inceppato gli ingranaggi che giravano allegri e potenti.
Un esserino minuscolo, della grandezza di un decimo di micron (un millimetro è composto di 1.000 micron, per cui in un millimetro possono entrare ben 10.000 coronavirus), è riuscito a mettere in ginocchio addirittura le più grandi economie mondiali. Quanto più può spezzare le gambe a un’associazione come la nostra.
Noi però siamo rimasti fedeli alla nostra scelta di rimanere sempre dalla parte degli ultimi, dalla parte dei più piccoli, per i quali continuiamo a lottare. Per questo motivo tanti donatori hanno continuato a darci fiducia ed è lo stesso motivo per cui siamo ancora in piedi e il virus non ci ha vinto.

Vittorio Cingano, un signore di 73 anni che ha preso le difese di una ragazza che veniva insultata dal suo fidanzato, è ora ricoverato in ospedale con un trauma cranico e un femore fratturato, per le botte ricevute da quell’energumeno. Ha detto ai giornalisti che quello che ha fatto, nonostante il prezzo pagato, continuerà a farlo sempre. Questo anziano è per noi oggi un vero punto di riferimento per capire cos’è la fedeltà alla propria coscienza e per continuare a umanizzare il mondo così incattivito oggi.
Un giovane ragazzo di 21 anni, Willy Monteiro Duarte, è stato invece ucciso per essersi frapposto fra degli scalmanati e violenti picchiatori e un suo amico. Per salvare quest’ultimo è morto lui. Martire è la parola appropriata per Willy. La sua testimonianza sta richiamando a profonde riflessioni e a cambi di vita molti altri giovani. Willy ci ricorderà per sempre che la vita ha senso pieno quando è spesa per il bene degli altri. Quel suo sorriso contagioso è ora moltiplicato per milioni e vogliamo che sia di monito anche per noi, da queste pagine: la gioia produce la forza per opporsi alla violenza che porta sofferenza.
Don Roberto Malgesini, prete di strada a Como, accoltellato e ucciso dal tunisino Mahmoudi, uno dei suoi assistiti, aveva 51 anni. Era inviso alle autorità della città perché nel recente passato aveva sfidato norme irresponsabili e incivili della giunta, che vietavano di accudire i poveri per strada, organizzando assistenza per i clochard e ricevendo per questo una denuncia. Ma una legge immorale non va rispettata, va invece combattuta con una vera e propria disobbedienza civile. D’altra parte sono irresponsabili e incivili, e non vanno rispettati, i decreti sicurezza che portano il nome di Salvini, ma che ancora sono validi per l’Italia dei Cinque Stelle e del Partito Democratico: tutti, tutti questi politici sono degli irresponsabili e incivili perché complici di norme disumanizzanti, che avviliscono e umiliano l’Italia dalla lunga tradizione umanista e solidale.
Si racconta che il primo segno di civiltà è un femore rotto e poi risanato, di qualche decina di migliaia di anni fa. A quei tempi, infatti, chiunque si rompesse un femore era condannato a morte. Se quel ritrovamento ci dice il contrario, vuol dire che un’altra persona si è presa cura del primo e lo ha assistito fino al suo pieno ristabilimento. Forse – dico forse – quell’uomo che è stato aiutato dopo la sua frattura e si è ristabilito, poi ha ucciso il suo salvatore per un piccolo capriccio. È proprio quello che è successo a don Roberto. Eppure, anche lui, se potesse ancora parlare, direbbe che aiuterebbe ancora il tunisino Mahmoudi.

Il virus della pandemia attuale, come anche la chiusura mentale e l’egoismo di tanti, vorrebbero che ci fermassimo? Ebbene, siamo più forti e più decisi di prima e continueremo ad avere sempre come punto di riferimento la fedeltà al nostro convincimento: prima gli ultimi!
Per il 3 di ottobre, data che avevamo scelto per celebrare il nostro Ventennale, stiamo organizzando un Convegno via web dal titolo fortemente evocativo: LA SOLIDARIETÀ CHE RESTISTE. Seguiteci in diretta su Facebook e Youtube!
