Al fianco del piccolo Alan
Parte 3Se state leggendo questo articolo, se siete arrivati alla terza parte di questa storia, allora vuol dire che vi siete appassionati a questo bambino coraggioso, Alan, e ai suoi genitori determinati a fare tutto il possibile per salvargli la vita. Se non lo avete ancora fatto, leggete la prima e la seconda parte di questa storia.
Grazie per il vostro cuore aperto alla solidarietà, grazie per avere il coraggio di riconoscere nella storia dell’Altro parte della vostra stessa storia! Ecco gli ultimi aggiornamenti.
Alan è arrivato a Roma il giorno di Natale 2019, ormai più di 3 mesi fa. Eravamo riusciti a farlo accettare dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, che lo ha preso in carico come “caso umanitario” per assicurargli le cure di cui aveva tanto bisogno: prima di tutto doveva prendere forze e superare lo stato di denutrizione in cui si trovava, in seguito si sarebbe sottoposto all’intervento per cui era venuto in Italia, un trapianto di fegato. Qui trovate la prima parte della storia.
Il giorno dell’intervento è arrivato dopo un mese e mezzo di cure continue, il 12 febbraio scorso. Il donatore, per fortuna, è stato identificato in suo padre Victor. L’intervento si è svolto senza problemi e, anche se con grande fatica, il piccolo ha reagito molto bene e piano piano ha ripreso le forze. Ecco come l’abbiamo raccontata.
Poi lo scoppio dell’epidemia del Coronavirus ha complicato tutto: Alan era a forte rischio – ammalarsi per lui sarebbe stato fatale! – e l’Ospedale Bambino Gesù si è offerto per tenerlo ricoverato ancora un po’ di tempo. Nel frattempo, il team dell’Ospedale che segue casi umanitari come il suo e noi di Sulla Strada, ci siamo attivati per cercare una struttura, una casa d’accoglienza che fosse in grado di ospitare la famigliola e di garantire al piccolo un ambiente sicuro, lontano dal virus.
Non è stato facile ma alla fine la buona notizia è arrivata: la caposala del reparto in cui era ricoverato è riuscita a trovare un posto per loro in una bellissima casa di accoglienza nella periferia di Roma, in mezzo al verde!

Per il piccolo Alan è arrivato finalmente il giorno di uscire dall’ospedale!

Purtroppo per il momento la casa ha potuto accogliere solamente Alan e la sua mamma, Maricela. Il papà, Victor, dovrà essere sottoposto al tampone prima di poter andare a stare con loro, e questo per garantire la salute di tutti i bambini presenti nella casa e dei loro familiari.
Nella casa ci sono 7 famiglie, di cui una peruviana, così Maricela avrà qualcuno con cui parlare nella sua lingua!
Il giorno dopo il loro arrivo, un’altra mamma ospite della struttura si è offerta di andare a fare un po’ di spesa per loro nel vicino negozio di alimentari, pur sapendo che avrebbe dovuto fare la sua mezz’ora buona di fila! Nella casa si respira una bella aria di collaborazione, vicinanza e profonda empatia perché ognuna di queste famiglie sta attraversando la difficile prova di sostenere e proteggere la vita del proprio figlio.
Con gli amici che fin da subito si sono affezionati al piccolo Alan e si sono resi disponibili a dare una mano, abbiamo organizzato una colletta alimentare e oggi ho potuto portare a Maricela una bella spesa di prodotti freschi che dovrebbe bastarle per una decina di giorni. Ecco il piccolo Alan che aiuta la madre a mettere a posto tutta la spesa!
Il Centro Prima gli Ultimi, il progetto di accoglienza, sostegno e ascolto rivolto alle fasce più fragili della popolazione che Sulla Strada porta avanti da oltre 2 anni a Orte (VT), manderà loro un pacco alimentare nei prossimi giorni, con una scorta di riso, pasta, pelati e altro cibo non deperibile.
Abbiamo ricevuto anche un lettino e un passeggino per Alan, alcuni giochi e una piccola scorta di pannolini.
Mamma e figlio non vedono l’ora di poter riabbracciare il marito, il papà, e iniziare questo nuovo capitolo della loro vita insieme. Sanno bene che dovranno rimanere qui almeno fino a giugno, tenendo sotto costante controllo il piccolo Alan. Sanno anche che la situazione mondiale è incerta a causa del Coronavirus, che ha raggiunto anche il Guatemala – un Paese che non può assicurare cure immediate e di qualità alla propria popolazione e di sicuro non potrebbe tenere il piccolo Alan lontano dai pericoli del contagio.
La situazione, pertanto, è incerta. Lo sconforto più grande è di dover rimanere lontani dalle due figlie che Maricela e Victor hanno lasciato in Guatemala, insieme alla nonna. E la consapevolezza di dipendere dall’aiuto esterno per la loro stessa sopravvivenza, per poter provvedere adeguatamente alle necessità del loro bambino, acuisce ancora di più la paura di questo momento.
A presto con nuovi aggiornamenti, grazie perché continuate a seguire questa bella storia di rinascita!
Sabina Sauve
Volontaria Associazione Sulla Strada
