Al fianco del piccolo Alan

Parte 2

Mi chiamo Sabina e il 30 gennaio scorso vi ho raccontato la storia del piccolo Alan, arrivato con la sua famiglia dal Guatemala per un trapianto di fegato. Da Natale, lo seguiamo nel suo ricovero all’Ospedale Bambin Gesù e sosteniamo i suoi genitori.
Ecco gli aggiornamenti.

Questo bambino nella foto a destra è Alan, il giorno prima di sottoporsi al trapianto di fegato. Chi ha letto la prima parte di questa storia, chi si ricorda le foto di quando è arrivato, noterà subito quanto sia cresciuto in questi due mesi! E che sguardo vispo e divertito che ha tirato fuori! Mi commuovo e mi innamoro ogni volta che lo guardo!

Dunque, l’ultimo aggiornamento risale al 30 gennaio. Clicca qui per leggere la prima parte della storia. In quel momento, Alan – che era arrivato fortemente denutrito – stava riprendendo piano piano le forze per poter affrontare il trapianto e avevamo appena scoperto che suo papà, Don Victor, era compatibile e poteva essere il suo donatore! Wow, che emozione è stata poter dare questa notizia ai genitori!

Il grande giorno è stato il 12 febbraio, lo abbiamo raccontato sulla nostra pagina Facebook: la prima operazione è stata quella del prelievo di un terzo del fegato di Victor. Parallelamente, i chirurghi pediatrici hanno iniziato l’intervento di asportazione del fegato malato del bimbo. C’è stato un momento in cui il fegato di Alan era accanto alla parte di fegato del papà sul servitore della ferrista. I chirurghi stavano preparando i vasi per cominciare l’impianto. Mi piace pensare che i due fegati in quel momento si siano guardati e che quello di Alan, malato, abbia sospirato “grazie papà”!

Io e mio marito Andrea siamo stati in ospedale tutto il giorno, dalle 7 del mattino fino a mezzanotte, al fianco di Maricela, moglie del donatore e madre del piccolo ricevente. Era agitata, aveva tanta paura ma anche grandi speranze!

Questa giornata, che sembrava non dovesse finire mai, si è finalmente conclusa con esito positivo per entrambi gli interventi.

Pochi giorni dopo, ancora in terapia intensiva e semi sedato, il piccolo Alan ha compiuto un anno! Speriamo davvero che i prossimi suoi compleanni possano essere di gioia e di festa!

Nei giorni successivi, Don Victor si è ripreso dall’intervento e dopo meno di una settimana è tornato nella camera d’albergo che gli è stata messa a disposizione da una nostra sostenitrice e va a trovare moglie e figlio ogni giorno.
La ripresa di Alan, naturalmente, è più lenta: ha dovuto prendere il cortisone per scongiurare rischi di infezione o rigetto e per questo è stato a lungo molto gonfio.
Comunque, nelle settimane successive il morale era sempre molto alto, Victor stava programmando il suo ritorno in Guatemala, per occuparsi delle altre due figlie che sono accudite dalla nonna, mentre Maricela sapeva che sarebbe dovuta rimanere almeno fino all’estate perché il piccolo ha bisogno di controlli frequenti.

Ancora adesso, a distanza di quasi un mese dall’intervento, è tenuto sotto continua osservazione: ogni tanto ha la temperatura alta ma il rischio di un rigetto è tenuto sotto controllo da un monitoraggio continuo con visite e ecografie ogni 3-4 giorni.

Nel frattempo, Victor ha dovuto lasciare la stanza ed è stato ospitato in una “Casa per Papà” del Bambin Gesù: una sorta di dormitorio dove i papà di bambini ricoverati possono passare la notte. Devono uscire la mattina presto e non possono tornare fino alla sera: questa situazione è abbastanza stancante e il disagio, adesso, è reso ancora più difficile dall’emergenza Coronavirus.

Questa epidemia sta cambiando i programmi di tutti: le dimissioni di Alan sono rinviate a data da destinarsi e con lui possono rimanere solo la mamma o il papà, alternandosi. Per loro non è più possibile, quindi, passare del tempo “in famiglia”. Ed è rinviato anche il ritorno di Victor in Guatemala, dato che il paese ha chiuso le frontiere a chiunque venga dall’Italia!

Al momento non vogliamo farci prendere dallo sconforto, vogliamo rimanere positivi nella speranza che questa emergenza passi presto. Nel frattempo, ci impegniamo a non lasciarli da soli e continueremo a sostenerli, uno per volta e a distanza.

Naturalmente siamo ben consapevoli che Alan è un soggetto a rischio in questo momento, anche io ho una figlia che lo è, ed è per questo che faccio davvero molta attenzione.
Ma continuo ad andare in ospedale per portare a Maricela i vestiti puliti e prendere quelli da lavare. E in queste occasioni cerco di darle conforto e di non farla sentire sola.

Adesso l’urgenza è trovare una sistemazione alternativa per Victor: rimanere in quella casa-dormitorio, in un momento ad alto rischio contagio, non è indicato. Oltre al fatto che, come detto, deve passare tutto il giorno fuori (in ospedale o in giro per la città) e anche questo non è indicato per il papà di un bambino che ha appena ricevuto un organo nuovo!

Sabina Sauve
Volontaria Associazione Sulla Strada

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